martedì 1 aprile 2008

Turisti sì turisti no...

L’altro giorno (sabato) sono uscita di casa (abito a Montalto Dora) in direzione di Strambino; davanti a me c’era una macchina con tanti passeggeri che ad ogni incrocio azionava la freccia a destra. All’inizio mi dava un po fastidio perchè non sapevo cosa volesse fare veramente, e quando i miei occhi caddero sulla targa capiì perché.
Erano dei “turisti”, non so se per caso (come succede spesso qui da noi) o no, ma poverini..non sapevo dove andare!! E questo perché, stando dietro di loro, mi sono messa nei loro panni..e avevano ragione! Non ci sono i cartelli stradali ad ogni incrocio, come dovrebbe essere!
Lo so che sono antiestetici, ma se Ivrea VUOLE DAVVERO diventare una meta turistica, secondo me deve iniziare ad avere dei comportamenti adeguati anche in queste piccole grandi cose.

Li ho seguiti da Porta Aosta alla rotonda che porta a Strambino (rotonda di Stradale Torino, N.D.R.), direzione Torino-Chivasso e devo dire che di cartelli stradali non ne ho trovato neanche uno fino all’ultimo incrocio.
E se loro invece di prendere la statale per Torino volevano imbucare l'autostrada? Chi non sa che si trova a Pavone Canavese... o non ha il satellitare… come fà?

Dobbiamo iniziare a pensarci sul serio e far vedere che teniamo ai turisti, altrimenti questi non tornano più!!

Quindi propongo per la Nuova Ivrea di progettare per prima cosa dei cartelli leggibili, in modo che chi dovesse passare abbia almeno l'impressione trovarsi, se non in una meta turistica, perlomeno in una cittèà civile.
Basterebe poco per fare bella figura, non solo con le nuove aiuole in mezzo alla strada, ma anche con qualcosa di più concreto.
Grazie per lo sfogo e, certa che qualcuno ascolterà la mia proposta, ringrazio chi ha progettato questo Blog “Bacheca Canavesana” e permette ai noi cittadini di dire la propria riguardo la Nostra città. Continuate così.

Silvia S.

2 commenti:

  1. Grazie Silvia per il contributo sul sempre più preoccupante problema della viabilità ad Ivrea. Un intervento efficace e sentito, dal mquale emerge chiaramente che hai a cuore la tua città.

    Effettivamente hai ragione: per il malcapitato turista o forestiero che si trovasse a passare per la nostra città, più che di una visita si tratta di un calvario: come se non bastassero le code e il traffico, manca pure la segnaletica. Specie nella zona del centro storico e dintorni, ma anche Bellavista non scherza.

    Comunque, per dovere di cronaca, a Porta Aosta un cartello c'è: all'uscita della piazza all'ingresso della strada che porta al Ponte Vecchio, per intenderci. Peccato che sia visibile chiaramente solo sorpassato l'incrocio, soprattutto da parte di chi, come me, non ha la fortuna di avere 12/10 di vista.
    Una vergogna, alla quale si dovrà rimediare immediatamente.
    Se pensiamo a quello che sono costati i semafori inteligenti, non sarebbe stato meglio mettere qualche cartello in più?

    Per quanto riguarda i complimenti, anche se bene accetti, non sono necessari: facciamo semplicemente quello che riteniamo giusto, dando il nostro piccolo contributo per migliorarela qualità della vita nella nostra città. Comunque ci fa piacere sapere che il nostro lavoro viene apprezzato.
    Grazie, e continua a scrivere!

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  2. Segnaletica? A dire il vero Silvia è stata di un’estrema cortesia! A Ivrea come un po’ in giro per il nostro paese, la segnaletica è un insulto all'intelligenza e al buon gusto, oltre ad essere spesso la causa d’incidenti e di danni gravi alle persone. Pensate a quanti contromano, frenate da videogioco, virate alla Bullit, inversioni di marcia a doppia riga, retromarcia in autostrade o tangenziali; certamente molte di questi comportamenti scellerati sono dovuti alla pochezza di chi le compie, ma in qualche modo l’invito c’è! Tutto li? No! Pensate al signor Rossi o al fighetto di turno con la telefonata troncata e il cellulare che schizza sotto il sedile del passeggero… mettiamo da parte… ne parleremo quando faremo il punto sul rispetto del divieto di tenere il cellulare in mano quando si guida. Aia! Altra roba da manicomio.
    Cartelli? Noterete spesso dei pezzi di lamiera ammucchiati, divelti, arrugginiti, sbiaditi, perforati, ... e sopratutto FUORVIANTI!
    Ivrea non è di meno e in più dispone di cartelli "stordisci pedone" (Knock Out Pedestrians, o se preferite KOP. Ne deriva l’espressione anarchiconoglobalizzante squatteroide “KOPs are pigs”; obietto: no i “Kops” ma quelli che le hanno piantati). Mi spiego: cartelli posti ad altezza uomo nel mezzo o sul bordo dei marciapiedi. Recentemente, ho sperimentato (Corso Vercelli, ma va pure bene in via circonvallazione o qualsiasi altra striscia storci-caviglia per uso pedonale) a spese di un paio di occhiali (mi è andata bene) quello che significa avere un cartello posto diciamo a 1,60/1,70 (appalto vinto da una ditta di pigmei). Se per caso, ti distrai perche un’auto strombazza e fai uno scarto, BUM! Te lo prendi sul muso e ringrazi il cielo che non ci hai rimesso un occhio quando gli occhiali si sono spaccati! Insomma non basta più il palo, l’ingrediente base di un qualsiasi ”scherzo di parte”, serve il cartello da sberla.
    Ma questo è roba triviale...
    Come dice Silvia, guardate bene la varietà (incrocio via Jervis, stradale Torino), senza logica e comunque appena comprensibili da un autoctono, figuratevi un milanese, un padovano o ... un danese, un tedesco (ma cosa gli è preso di assaporare la "viabilità" eporediesse... vada a transitare in qualche posto turistico...).
    La segnaletica stradale è da tempi remoti il migliore indicatore di “coerenza”, di “progettualità”, di “efficienza” e di “cortesia”, insomma è roba civile. Se transitate in qualche nazione dove i cartelli sono raggruppati per tipologia, posti in punti visibili senza ostacolare la visibilità, puliti, fluorescenti a dovere e magari con un embrione di codifica o iconografia europea, allora capite che la comunità che le ha posti è organizzata, ordinata, chiara ed amante della semplicità. Probabilmente che le sue strade, i suoi servizi, i suoi monumenti e tutto quanto serve alla società civile sono in buon ordine, accessibili a tutti (compreso i diversamente abili), e magari vi dicono pure Guten Tag, Hej, Bonjour o Buenas quando entrate in uno dei luoghi segnalati. Che poi non parlino italiano e siano arroccati al loro idioma, pazienza, almeno i loro cartelli non ci hanno imbrogliati. Saranno arroganti o superbi? Mah… basta averne i mezzi che non sono poi quelli del conto in banca o dei fondi pubblici dilapidati. Ci sarà pure una ragione se dal 1° posto come meta turistica siamo passati al 7° in meno di 25 anni!
    Dicevamo, cartelli? Di chi la colpa? Ecco, questa sì che è divertente. Provate ad presentare una protesta. Un suggerimento, beh… fatevi almeno mezza dozzina di copie e accendete un mutuo alla Posta: una al Sindaco, con copia all’Ufficio Tecnico, poi una alla Provincia (non state a cercare se la strada è o non è un “pezzo” di sua competenza, ci sarà sempre una buona ragione per coinvolgerla), poi alla Regione, alla Comunità Montana, al Magistrato del Po, al Ministero dei trasporti, all’Anas, a Legambiente, al WWF, ai verdi, ai rossi, ai miscelati, ai Grisa, al Gabibbo, alle Iene, a “mi manda marrazzo” (vi deve la “promozione”), ricordatevi il difensore civico, e con gli spiccioli accendete un cero, insomma … ve la dovreste cavare con le prime due rate del mutuo; il resto (del muto) e qualcosa in più vi servirà per le risposte e magari le spese legali se avete offeso, solo di striscio, la professionalità di qualche eminente servitore pubblico.
    Cartelli o scherzetti? Per niente dolci e tanta amarezza.
    Viva il turismo! La madre di tutte le soluzioni. Però.. fuori i turisti senza GPS e bussola, rallentano il traffico!
    Poiché pero questa bacheca deve essere propositiva, ecco un primo scorcio di soluzione: fare come a Carnevale; insediare ai “valichi” delle bancarelle “comunali” dove il turista o forestiero può noleggiare per il tempo necessario alla sua permanenza nella città vantata dal Carducci, un GPS per una somma “modica” (tipo quella pagata da una famiglia di 5 persone per la manifestazione eporesidiese). Che colpo, che marketing: immagine, tecnologia e … soldoni. Esattamente quello che recitavano i famosi CARTELLI dell’autostrada in prossimità di Ivrea: Città dell’Informatica, sì, nel anno 10 D.ICO. I soldoni? Era sottinteso nel listino dei commercianti eporediesi.

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