Silfab: il problema è il sindaco di Borgofranco | Il Canavesano
Silicio silicio delle mie brame. Chi è il più furbo del Canavese?
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Senza voler assumere atteggiamenti razzisti, parliamo degli zingari.
Il semaforo che si trova in fondo a Vie Jervis e che immette su stradale Torino è ormai da mesi piantonato, è proprio il caso di dirlo, da questi individui sudici e cafoni che "obbligano" il guidatore che si deve fermare al semaforo rosso a pagare un balzello, una tassa, in cambio di una discutibile pulizia del vetro.
Ma c'è anche chi, come la sottoscritta, si rifiuta di pagare: pago già le tasse allo stato (anche tante) e mi lavo la macchina da sola, non ho bisogno di questo servizio. Ma quando, dopo le ripetute ed aggressive insistenze di queste persone faccio capire che NON VOGLIO che mi lavino il vetro, vengo presa spesso a male parole. Più di una volta ho rimediato uno sputo sull'auto, o uno schizzo di acqua fetida sul parabrezza, talvolta anche un calcio, dato prudentemente di nascosto.
La settimana scorsa mi sono comprata la macchina nuova, a prezzo di enormi sacrifici. E mi ritrovo ad aver paura di passare da Via Jervis per via di quei personaggi che magari, in un impeto di rabbia/idiozia/invidia, potrebbero pensare magari di rigarmela.
Ora, io non sono un colosso, peso meno di 50kg, perciò escludiamo la possibilità di intimorirli con la mia prestanza fisica o a male parole, imbarazzanti quanto inutili.
Se dovesse un giorno verificarsi un fatto simile cosa potrei fare? Chiamare i vigili, è vero. E cosa succederebbe? O questi scappano, oppure si fanno 24 ore di galera, uno schiaffo sulle mani e poi di nuovo a lavare i vetri. Sono nullatenenti, quindi io mi ritroverei COMUNQUE con la macchina rigata, nessun rimbroso, e le loro brutte facce che mi sghignazzano davanti al parabrezza.
La pazienza, mia e di tanti altri cittadini, sta per esaurirsi.
La settimana prossima cercherò di portare le mie ragioni in comune, nella speranza che si faccia qualcosa.
Altrimenti l'esasperazione della gente porterà, inevitailmente, alle tanto deprecate conseguenze che si verificano ormai in tutta Italia: un passa montagna, una calza piena di monetine, un vicolo buio...
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Curiosità: alla Festa dei Mestieri di Ivrea ( evento organizzato dai commercianti e non, ricordiamo, dal Comune) un banchetto esponeva una curiosa bambola: una piccola strega.
A prima vista una strega "normale": viola, orribile, corredata di scopa e porro bitorzoluto sul naso; la particolarità: riportava anche il cartelino con il nome, "Strega Dirce".
Sarà stato un caso, o l'intrepida direttrice della sentinella ha abbandonato la stesura dei necrologi per fare un servizio in incognito?
A voi l'ardua sentenza...
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Tolti i reparti più “fortunati” come Pediatria, Oncologia e Odontoiatria, dove i pazienti possono godere di sale climatizzate, verniciate di fresco, abbellite da quadri e fornite di ogni confort (in Oncologia è presente persino un acquario tropicale), ne abbiamo scelto uno che, a quanto abbiamo visto, è forse quello più “sfortunato”: Ostetricia e Ginecologia, sito al quinto piano.
Approfittiamo dell’invito di un’amica neo-mamma ospite del reparto per fare una sortita. Il primo impatto non è certo dei migliori: le pareti, danneggiate in più punti, sono in un triste color grigio topo e beige, prive della vivacità che dovrebbe caratterizzarle. Inoltre la temperatura è insopportabile: la nostra visita si è svolta in una giornata assolata, e all’interno delle camere, alle ore 18:00, ha raggiunto e superato i 35 gradi; i pazienti e il personale sono molto provati, sembrano all’orlo del collasso. Impossibile aprire le finestre, in quanto prive di zanzariere: le zanzare, è noto, possono creare problemi ai neonati. Quando chiediamo perché non sia presente l’aria condizionata, ci viene risposto che questa è stata installata solo in aree “privilegiate”, come per esempio gli uffici amministrativi, la sala travaglio, la sala parto e il nido: il che significa che i bambini passano anche 10 volte al giorno dalle aree climatizzate alle camere e viceversa, con sbalzitermici che arrivano ai 15 gradi, con i conseguenti rischi per la salute.
Provato dal caldo chiedo di potermi rinfrescare, e mi indicano il bagno; qui una nuova, brutta sorpresa: i bagni (gli unici del reparto) sono puliti, ma in pessime condizioni di manutenzione, con fili scoperti, piastrelle rotte, porte bloccate. Inoltre, fatto gravissimo, vengono condivisi tra i reparti di ginecologia e ostetricia: perciò pazienti con problemi anche gravi, talvolta affetti da malattie che potrebbero poi rivelarsi contagiose, usano gli stessi servizi delle partorienti o delle puerpere.
Tornato in stanza noto un forte odore di putrefazione, molto sgradevole. Esce dallo scarico del lavandino sito accanto al letto, tappato con un pezzo di nastro adesivo (dalle condizioni del nastro sembra una soluzione adottata già da tempo). Una rapida sostituzione del nastro, e voilà, problema risolto! Non si potrà più usare il lavandino, ma almeno l’odore pare eliminato.
Salutiamo la nostra amica e ce ne andiamo, soprassedendo sui mobili rotti, sugli armadi che non si chiudono, sugli infissi vecchi di oltre trent’anni che fanno piovere dentro, sulle strutture obsolete, sui furti frequenti, tutti problemi ai quali il solerte personale cerca di sopperire come può.
La situazione è triste, e ci auguriamo che l’amministrazione ospedaliera, così prodiga con altri reparti, si curi maggiormente di quello che, in tutto l’ospedale, ci riserva proprio le storie più belle
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Oggi pomeriggio ho dovuto chiamare i vigili urbani per l'accertamento di un piccolo incidente: un'auto, parcheggiandosi, mi aveva rigato la fiancata, ed il proprietario (che probabilmente non se ne era nemmeno accorto) ha lasciato l'auto parcheggiata e se ne era andato. Ho perciò dovuto chiamare i vigili per eseguire un accertamento.
Questi sono stati, oltre che molto professionali, anche gentilissimi: per aiutarmi a "sveltire" le pratiche con l'assicurazione hanno effettuato un accertamento sulla targa, anche se non erano tenuti a farlo, e hanno svolto il loro lavoro con cortesia ed efficienza, e sempre con il sorriso sulle labbra.
Che dire: Grazie!
Silvia
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.... E così ho conosciuto il nuovo Bennet.
Avevo visto il complesso commerciale solo dalla stazione, di partenza con il treno. E non mi ero reso pienamente conto dell'orrore.
Mi spiego ... un'area prospiciente la stazione, anzi, il nuovo Movicentro, richiedeva fondamentalmente una cosa: parcheggi per auto.
Per ovviare alla mancanza di spazi dell'ormai inadeguato e piuttosto indecoroso parcheggio ex Olivetti. E per indurre più persone a servirsi con minori disagi del treno. Contando in un sempre più significativo aumento di un'utenza sino ad oggi scoraggiata dai disservizi e soprattutto, nonostante i costi sempre maggiori, troppo incollata all'auto.
E invece no. Contiguo alla stazione c'è sì un piccolo parcheggio all'aperto e un più ampio parcheggio sotterraneo. Ma con le insegne del Bennet! E ancor più addossato alla stazione un altro grande edificio che ospiterà un secondo centro commerciale.
Difficile credere che i parcheggi potranno servire agli utenti delle ferrovie per tutta la giornata. Non credo proprio che l'impresa rinunci a spazi per la clientela a beneficio dei viaggiatori. E credo anche che dopo una certa ora, la sera, il parcheggio comunque chiuda.
Ma è una vecchia storia di priorità. Prima gli interessi del privato. Poi, se qualcosa resta per il pubblico bene, altrimenti la và così e basta.
E che un'amministrazione di sinistra faccia scelte diverse e più coerenti sembra proprio fuori moda. Roma insegna.
Del resto la storia che ho raccontato in passato, del marciapiede della stazione trasformato in privato dehors, è la medesima.
Riassumiamo cos'è dunque stata fino ad oggi la vicenda del recupero dell'area ex Montefibre: vantaggi per il cittadino e per l'ambiente poco o nulla; per imprese commerciali e palazzinari condizioni di favore impareggiabili.
La vecchia amministrazione fece infatti a Ivrea2000 regali che mai alcun costruttore aveva avuto in zona. E non paga di regalare un monopolio al consorzio di palazzinari sapete cos'ha fatto l'amministrazione Grijuela? Ha aggiunto, per buon peso, il dono ai nuovi cementificatori di una vasta area verde della Sacca, già di proprietà comunale e destinata a servizi pubblici di discreto impatto ambientale. Col corredo di una condizione di ampia edificabilità, ovviamente.
Chi dice che Ivrea ha perso tutti i primati? in fatto di malcostume mi sembra che non si sia secondi a nessuno.
......
... Il neo sindaco ha illustrato le linee programmatiche senza molto aggiungere a quanto scritto nel suo programma elettorale. Un lungo e sbiadito elenco di cose da fare: grandi, medie, minime in assortimento indifferenziato. Una litania di buone intenzioni e poco più. Chi si attendeva qualche parola nuova su tempi e strumenti di attuazione di almeno due o tre progetti primari sarà rimasto deluso.
Un discorso più da persona della strada (che oltretutto mi sembra non possedere una significativa conoscenza della città) che da ex capogruppo del partito di maggioranza nella precente amministrazione. Anche se è ben noto che la vasta ombra della quercia Grijuela rendeva sofferta o impossibile la crescita di altre pianticelle.
Il lato più positivo della relazione programmatica non sta dunque in cose nuove, che non sono state dette, ma forse in qualche vecchia, che non è stata ripetuta. Per esempio a favore di Mediapolis, del traforo di Montenavale, di inceneritori. Il che, forse, non è poco e nel grigiore generale costituisce ragione di una pur esile speranza.
Da parte dell'opposizione ancora meno.
Neppure il più tenue richiamo alle più sciagurate scelte dell'amministrazione uscente. Nessuna analisi politica concreta e costruttiva. Generica disponibilità all'insegna del buonismo a collaborare tutti insieme per il bene della città e così via.
Con una sola eccezione, da parte di Rao, il più critico e scaltrito tra gli intervenuti. Peccato che dell'amministrazione uscente fosse il vicesindaco.
Dunque le parole non sono state esaltanti. Attendiamo ora i fatti.
......
Nel periodo 1998-2002 erano giunti alla National Agency for Medicines ( NAM ) finlandese, 109 segnalazioni di sospette reazioni avverse, per il 60% a carico del fegato. Due pazienti furono sottoposti a trapianto di fegato ed un paziente morì. Le analisi condotte sulle segnalazioni di reazioni avverse hanno evidenziato che l’insorgenza di una reazione epatica si era verificata dopo una media di 50,8 giorni dall’inizio del trattamento ( il 27% dei casi della reazione epatica era insorto entro 7 giorni, il 35 % tra 8 e 29, ed il 38% dopo 30 giorni ).L’Italia è il Paese nel mondo che utilizza maggiormente la Nimesulide.Il British Medical Journal nel 2003 pubblicò una lettera di Kunal Saha del Children’s Hospital and Ohio State University Medical Center a Columbus negli Stati Uniti, che invitava a sospendere la somministrazione in India della Nimesulide ai bambini a causa di diversi casi fatali e di danni epatici.I pazienti che assumono Nimesulide dovrebbero essere sottoposti a monitoraggio della funzione epatica e dovrebbero interrompere l’assunzione dell’antinfiammatorio qualora comparissero segni e sintomi di danno epatico.
Salve,
approfitto di questo spazio per racontarvi la mia disavventura, per evitare che altre persone vi caschino!
Ieri pomeriggio avevo deciso di portare una mia amica danese, venuta in Italia per una breve vacanza, a visitare uno dei nostri castelli. La scelta è ricaduta sul castello di Agliè, famoso per i suoi bellissimi arredi e per i giardini.
Ci siamo quindi recati, io e la mia famiglia (4 persone + l'amica), per visitare il tutto.
Arrivati all'ingresso paghiamo il biglietto (5 interi, 5 auro a testa= 25 euro) ed entriamo.
Non vi dico la desolazione: l'intero castello era in fase restauro! Una serie interminabile di stanze vuote, gli affreschi ricoperti da teli bianchi, i mobili rimossi. Insomma, a parte un corridoio com dei letti militari (ricostruzione dell'infermeria militare), il castello era VUOTO!
A questo va ad aggiungersi una guida che, oltretutto, non sapeva nulla, e i giardini completamente allagati.
Dopo 15 minuti torniamo delusi all'ingresso, per lamentarci; insieme a noi, un intero pullman di turisti francesi, piuttosto alterati. Ci viene detto che il castello era comunque visitabile (???) e che il biglietto non sarebbe stato rimborsato: il castello sarà in restauro fino a fine anno, e resterà comunque aperto al pubblico.
Sul sito internet non viene menzionato alcunchè, e all'ingresso non viene segnalata la cosa.
Avremmo gradito che, perlomeno, ci venisse detto, o che fosse istituito un biglietto ridotto.
Perciò ATTENZIONE: se volete andare al castello di Agliè, pensateci bene... 5 euro per vedere delle stanze vuote ci sembrano veramente troppi!
Grazie
Roberto
Etichette: castello agliè museo visita
L'annuncio arriva direttamente dal nuovo Sindaco della Pepa, che annuncia che "il traforo di Montenavale si farà"!
Tralasciando le discussioni sull'utilità dell'opera, leggendo attentamente le delibere riguardo all'opera risulta che "la provincia darà 4 milioni di euro per dare il via all'opera". Benissimo, diranno in molti... non fosse altro che il tunnel, di milioni, NE COSTERA' 55!!!
La bacheca ha fatto, come si dice, i "conti della serva": come si potrebbero impegnare altrimenti questo 55 milioni? Vi portiamo qui il nostro esempio di un "budget di spesa":
Etichette: Sentinella Canavese Virus Repubblica
Torino 2008 è World Design Capital, ovvero Capitale Mondiale del Design 2008.
In occasione di questa occasione, la Città ha deciso di presentare la mostra "Olivetti. Una bella società".
Questa mostra, sicuramente interessante, aprirà al pubblico il 16 maggio presso la Promotrice delle Belle Arti di Viale Balsamo Crivelli 11, a Torino.
lo scopo: "illustrare l'eccezionale contributo offerto dall'azienda eporediese allo sviluppo di una moderna cultura italiana del progetto".
"Olivetti. Un bella società" è un'esposizione curata da Enrico Morteo e Manolo De Giorgi, rappresenta uno degli eventi principali del calendario di Torino 2008 World Design Capital, e ripercorrerà, attraverso l'esposizione di 800 oggetti, la lunga parabola della Olivetti, fondata ad Ivrea nel 1908, presentando non solo le vicende legate alla sua storia industriale, ma soprattutto la sua capacità di porsi come motore e modello per la crescita della società al di là delle sue funzioni di produttore di oggetti e beni di consumo.
La mostra propone una serie di campionature, scelte fra i vari settori di attività dell'azienda; concentra nel cuore del percorso una sorta di dizionario enciclopedico di tutte le esperienze che ne hanno caratterizzato la storia, che coincide con le vicende di tutto l'arco del secolo scorso.
Secondo noi della Bacheca, unìottima occasione per fare un "tuffo nel passato", con tanta nostalgia, amirazione ed un pizzico di rimpianto.
Per maggiori informazioni: http://www.torinoworlddesigncapital.it/portale/
Etichette: museo olivetti mostra torino
Questo blog è autogestito... o meglio chi desidera partecipare alle segnalazioni diventa a sua volta un "inviato". Spedite un semplice messaggio al gruppo "Bacheca Canavesana" al seguente indirizzo: (cliccate o copiate l'indirizzo)
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Entro 48 ore riceverete una conferma della avvenuta abilitazione. Ricordiamo che questo blog ospita unicamente delle segnalazioni e delle proposte. Non è un forum di discussione generico, ne una chat per parlare della tonsillite del sindaco. L'ambizione è quella di essere uno strumento semplice e immediato per segnalare ai nostri amministratori pubblici le migliorie da effettuarsi. Di pari passo, non sono ammessi attacchi personali o segnalazioni fantasiose non documentate. Vi è sempre ... un cittadino che bada alla qualità delle pubblicazioni! Mettiamo tutti l'accento sull'aspetto PROPOSITIVO e non distruttivo o qualunquista. Segnalare vuol dire anche cercare di contribuire a rimediare. Il che non significa che un po' di "sana demagogia" stuzzicante, ma non stucchevole, non sia tollerata. Potete inviare le vostre segnalazioni utilizzando uno strumento semplice e polivalente : la mail. Come ? Inviando il messaggio e gli allegati a bacheca.canavesana@gmail.com Oppure direttamente, scirvendo al gruppo della Bacheca Canavesana:
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