martedì 27 maggio 2008

AULIN: cosa sta succedendo?

In questi ultimi giorni si sta tanto parlando di questo farmaco, l'Aulin, il fulcro attorno al quale sta ruotando tutto lo scandalo che coinvolge il Sindaco Della Pepa e numerosi altri medici e ricercatori.
Ma di cosa si tratta in effetti, e quali sono i rischi?

L'Aulin, o meglio il suo principio attivo Nimesulide, viene spesso utilizzato nel trattamento delle condizioni infiammatorie e dolorose, ed è uno dei farmaci attualmente più venduti. I rischi ad esso correlati pare siano numerosi, e tutti al carico del fegato. L'indagine in corso servirà, soprattutto, a verificare se questi rischi sono stati realemnte verificati.
Quindi quali sono i rischi che corriamo assumendo questo farmaco?

Nel 2002 i prodotti a base di Nimesulide sono stati ritirati dal commercio in Finlandia a causa di un’aumento delle segnalazioni di tossicità epatica.

Nello stesso anno la Spagna sospese in modo cautelativo le vendite di prodotti a base di Nimesulide.

Riportiamo ora alcuni estratti dal sito http://www.farmaci.net/

Nel periodo 1998-2002 erano giunti alla National Agency for Medicines ( NAM ) finlandese, 109 segnalazioni di sospette reazioni avverse, per il 60% a carico del fegato. Due pazienti furono sottoposti a trapianto di fegato ed un paziente morì. Le analisi condotte sulle segnalazioni di reazioni avverse hanno evidenziato che l’insorgenza di una reazione epatica si era verificata dopo una media di 50,8 giorni dall’inizio del trattamento ( il 27% dei casi della reazione epatica era insorto entro 7 giorni, il 35 % tra 8 e 29, ed il 38% dopo 30 giorni ).

L’Italia è il Paese nel mondo che utilizza maggiormente la Nimesulide.

Il British Medical Journal nel 2003 pubblicò una lettera di Kunal Saha del Children’s Hospital and Ohio State University Medical Center a Columbus negli Stati Uniti, che invitava a sospendere la somministrazione in India della Nimesulide ai bambini a causa di diversi casi fatali e di danni epatici.

I pazienti che assumono Nimesulide dovrebbero essere sottoposti a monitoraggio della funzione epatica e dovrebbero interrompere l’assunzione dell’antinfiammatorio qualora comparissero segni e sintomi di danno epatico.

Lungi da noi voler fare terrorismo ai danni delle aziende farmaceutiche, ma riteniamo giusto che i cittadini vengano informati su tutti gli aspetti di questa inquietante vicenda.

Traete voi le dovute conclusioni.

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