Pochi minuti fa, una lettrice, Silvia, ha segnalato il "fenomeno" dei cartelli stradali assenti o fuorvianti (leggete sotto il suo racconto). Abbiamo risposto ma non sempre i commenti sono rapidamente visibili. Vi proponiamo quindi l' "approfondimento":
Segnaletica? A dire il vero Silvia è stata di un’estrema cortesia! A Ivrea come un po’ in giro per il nostro paese, la segnaletica è un insulto all'intelligenza e al buon gusto, oltre ad essere spesso la causa d’incidenti e di danni gravi alle persone. Pensate a quanti contromano, frenate da videogioco 3D, virate alla Bullit, inversioni di marcia a doppia riga, retromarce in autostrade o tangenziali; certamente molte di questi comportamenti scellerati sono dovuti alla pochezza di chi le compie, ma in qualche modo l’invito c’è! Tutto li? No! Pensate al signor Rossi o al fighetto di turno con la telefonata troncata e il cellulare che schizza sotto il sedile del passeggero… Mettiamo da parte… ne parleremo quando faremo il punto sul rispetto del divieto di tenere il cellulare in mano quando si guida. Aia! Altra roba da manicomio.
Cartelli? Noterete spesso dei pezzi di lamiera ammucchiati, divelti, arrugginiti, sbiaditi, perforati, ... e soprattutto FUORVIANTI!
Ivrea non è di meno e in più dispone di cartelli "stordisci pedone" (Knock Out Pedestrians, o se preferite KOP. Ne deriva l’espressione anarchiconoglobalizzante squatteroide “KOPs are pigs”. Obietto: non i “Kops” ma quelli che le hanno piantati). Mi spiego: cartelli posti ad altezza uomo nel mezzo o sul bordo dei marciapiedi. Recentemente ho sperimentato (Corso Vercelli, ma va pure bene in via Circonvallazione o qualsiasi altra striscia storci-caviglia per uso pedonale) a spese di un paio di occhiali (mi è andata bene) quello che significa avere un cartello posto diciamo a 1,60/1,70 (appalto vinto da una ditta di pigmei). Se per caso, ti distrai perché un’auto strombazza e fai uno scarto, BUM! Te lo prendi sul muso e ringrazi il cielo che non ci hai rimesso un occhio quando gli occhiali si sono spaccati! Insomma non basta più il palo, l’ingrediente base di un qualsiasi ”scherzo di parte”, serve il cartello da sberla.
Ma questo è roba triviale...
Come dice Silvia, guardate bene la varietà (incrocio via Jervis, stradale Torino), senza logica e comunque appena comprensibili per un autoctono, figuratevi un milanese, un padovano o ... un danese, un tedesco (ma cosa gli è preso di assaporare la "viabilità" eporediesse... vada a transitare in qualche posto turistico...).
La segnaletica stradale è da tempi remoti il migliore indicatore di coerenza, di progettualità, di efficienza e di cortesia, insomma è roba civile. Se transitate in qualche nazione dove i cartelli sono raggruppati per tipologia, posti in punti strategici senza ostacolare la visibilità, puliti, fluorescenti a dovere e magari con un embrione di codifica o iconografia europea, allora capite che la comunità che le ha posti è organizzata, ordinata, chiara ed amante della semplicità. Probabilmente che le sue strade, i suoi servizi, i suoi monumenti e tutto quanto serve alla società civile sono in buon ordine, accessibili a tutti (compreso i diversamente abili), e magari vi dicono pure Guten Tag, Hej, Bonjour o Buenas quando entrate in uno dei luoghi segnalati. Che poi non parlino italiano e siano arroccati al loro idioma, pazienza, almeno i loro cartelli non ci hanno imbrogliati. Saranno arroganti o superbi? Mah… basta averne i mezzi che non sono poi quelli del conto in banca o dei fondi pubblici dilapidati. Ci sarà pure una ragione se dal 1° posto come meta turistica siamo passati al 7° in meno di 25 anni!
Dicevamo, cartelli? Di chi la colpa? Ecco, questa sì che è divertente. Provate ad presentare una protesta. Un suggerimento, beh… fatevi almeno mezza dozzina di copie e accendete un mutuo, poi armatevi di pazienza e prendete un numero alla Posta: una lettera al Sindaco, con copia all’Ufficio Tecnico, poi una alla Provincia (non state a cercare se la strada è o non è un “pezzo” di sua competenza, ci sarà sempre una buona ragione per coinvolgerla), poi alla Regione, alla Comunità Montana, al Magistrato del Po, al Ministero dei trasporti, all’Anas, a Legambiente, al WWF, ai verdi, ai rossi, ai miscelati, ai Grisa, al Gabibbo, alle Iene, a “mi manda marrazzo” (vi deve la “promozione”), ricordatevi il difensore civico, e con gli spiccioli accendete un cero, insomma … ve la dovreste cavare con le prime due rate del mutuo; il resto (del muto) e qualcosa in più vi servirà per le risposte e magari le spese legali se avete offeso, solo di striscio, la professionalità di qualche eminente servitore pubblico.
Cartelli o scherzetti? Per niente dolci e tanta amarezza.
Viva il turismo! La madre di tutte le soluzioni. Ma... fuori i turisti senza GPS e bussola, rallentano il traffico!
Poiché questa bacheca deve essere propositiva, ecco un primo scorcio di soluzione: fare come a Carnevale, insediare ai “valichi” delle bancarelle “comunali” dove il turista o forestiero può noleggiare per il tempo necessario alla sua permanenza nella bella città vantata dal Carducci, un GPS per una somma “modica” (tipo quella pagata da una famiglia di 5 persone per la manifestazione eporesidiese). Che colpo, che marketing: immagine, tecnologia e … soldoni. Esattamente quello che recitavano i famosi CARTELLI dell’autostrada in prossimità di Ivrea: Città dell’Informatica, sì, nel anno 10 D.ICO!!! I soldoni? Era sottinteso nel listino dei commercianti eporediesi.
PS tardivo... guardate cosa succedo in questo periodo alla grandiosa nuova rotonda di Palazzo Uffici. Per chi viene da Pavone, un veicolo su dieci fa inversione di marcia all'imbocco di via Jervis, doppia riga e tutti quanti! Grisa? Neanche il profumo.